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LocalMag vol. 6 vi racconta di BikeFellas, un collettivo di Bergamo che gestisce uno spazio che racchiude al suo interno un’officina di biciclette ed un bar. BikeFellas è diventato nel tempo un importante punto di riferimento per la comunità bergamasca di ciclismo, tanto sportivo quanto urbano.
Roberto, responsabile dell’area officina, e Fabrizio, co-titolare del bar, ci spiegano la filosofia del loro progetto, il significato che la bici ha nella loro vita e nella loro attività e il rapporto che sono riusciti ad intessere con altre realtà simili alla loro.
BikeFellas è uno spazio che racchiude un negozio-officina di biciclette ed un bar con cucina. BikeFellas è però soprattutto un contenitore di progetti inerenti alla bicicletta, dato che proponiamo iniziative ed eventi culturali per promuoverne l’uso.
Principalmente noi nasciamo come realtà di ciclismo urbano e da viaggio. Ci interfacciamo anche con realtà del mondo della bici sportive e, in un certo senso, più tradizionali, dato che qui a Bergamo ci sono diverse società di ciclismo e l’uso della bici per lo sport ha una grande storia. Il gruppo di persone che gestisce la struttura si è conosciuto una quindicina d’anni fa, ai tempi delle critical mass. Il primo passo l’abbiamo compiuto nel 2005, quando abbiamo dato inizio ad una ciclofficina in un centro sociale, il Paci Paciana; poi, da Associazione, abbiamo aperto la Ciclostazione 42, uno spazio di riparazione di bici davanti alla stazione dei treni di Bergamo che per anni ha fornito assistenza ai pendolari, non solo tramite riparazioni ma anche offrendo servizi di custodia e di noleggio. Lo spazio era piuttosto risicato e così nel 2013 ci siamo spostati, anche se non di molto perchè siamo rimasti in zona stazione, per aprire un negozio di biciclette, BikeFellas.
Durante questo passaggio, ci siamo costituiti come Cooperativa Sociale di tipo B, una Cooperativa che ha cioè il fine di inserire nel mondo del lavoro persone con diverse tipologie di svantaggio.
Nel 2018 abbiamo incontrato degli altri ragazzi che avevano in progetto di aprire un bar a tema ciclistico. Da lì è nata spontaneamente l’idea di trovare uno spazio comune che consentisse di ospitare al suo interno la parte del bar e quella di un’officina e negozio di bici, per poter organizzare iniziative insieme. Il vantaggio era anche di tipo economico, dato che questa soluzione ci consentiva di abbattere le spese di gestione e di affitto del locale in cui siamo ora. Al momento nell’officina lavorano 5 dipendenti, oltre a tirocinanti e stagisti che periodicamente ruotano. Anche al bar sono in 5, con 2 cuochi che sono anche i titolari dell’attività. Penso che il nostro sia un bello spazio dove lavorare, che è davvero una caratteristica importante in un’attività in cui si fa dell’inserimento lavorativo. Questo ci è confermato dal grande numero di richieste che ci arrivano per tirocini e stage.
Un aspetto che accomuna tutte le persone che portano avanti BikeFellas è che siamo dei ciclisti urbani e cicloviaggiatori, usiamo quindi la bici come mezzo quotidiano e d’esplorazione del mondo.
In generale le nostre attività sono state sempre generalmente comprese dalle istituzioni, tant’è che lo spazio della prima officina in stazione ci era stato fornito gratuitamente dal Comune. Questo un po’ perché eravamo una realtà di tipo sociale, e lo spazio era davvero piccolo, un po’ perché andavamo incontro al bisogno delle piccole riparazioni, un settore che all’epoca era stato abbandonato dai negozi di ciclismo, e costituivamo poi un presidio in una zona difficile come è quella della stazione.
Bergamo è una città in cui l’uso della macchina è forte e la cultura storica della bici è di tipo sportivo. Sicuramente però qualcosa si sta muovendo, pur con la canonica timidezza politica nella ridistribuzione dello spazio urbano, nell’ampliamento cioè delle ZTL o nella diminuzione dei parcheggi per la creazione di piste ciclabili. Considerate che anche solo per fare le bike lane sono nate grandi polemiche, un fuoco incrociato tra chi le critica perchè non sono una soluzione così sicura come le piste ciclabili e tra chi le critica perché ostacolano il traffico dei veicoli. In realtà, il paragone da farsi è quello con le strisce pedonali, che pur essendo segnaletica servono ,e anche tanto.
In generale, a Bergamo c’è una buona rete ciclabile, anche se è un po’ spezzettata per via delle conformazione della città, che ha un centro schiacciato tra ferrovia e collina, una caratteristica che comporta delle criticità che le città pianeggianti e concentriche non hanno.
Un’altra questione che non si riesce a risolvere è che le politiche che riguardano la mobilità sostenibile dovrebbero avere un orizzonte che vada oltre i confini di una singola città e dovrebbero essere quindi in grado di connettere vari centri. Il territorio di Bergamo è compresso da tanti comuni limitrofi, e ciò complica una programmazione che interessi l’intera area urbana della città, dato che non solo c’è da far sedere allo stesso tavolo diverse istituzioni ma, una volta fatto questo, si dovrebbe anche arrivare ad un risultato soddisfacente.
Paradossalmente le due valli sopra la città, la Brembana e la Seriana, hanno dei percorsi che iniziano da qui e che sono molto belli, oltre che molto battuti dai ciclisti. Il fatto è che non sono tanto utilizzati per la mobilità quotidiana quanto invece per lo svago e per attività sportive. Il problema rimane quello di girare per le strade di città.
Tra le realtà che collaborano con noi c’è la FIAB locale, Pedalopolis, che si interfaccia con le istituzioni locali anche per discutere di questi temi.
Tra le iniziative che vengono portate avanti dall’attuale Amministrazione vi è l’adozione di Pinbike, un sistema che rilascia incentivi economici a tutti coloro che usano la bici per andare a scuola, al lavoro e nelle tratte generiche.
Sicuramente abbiamo quindi un Assessorato alla Mobilità attento, forse la città è però ancora un po’ conservatrice sul tema dell’uso della bici per gli spostamenti urbani.
Abbiamo lo spazio in cogestione, condividiamo le spese e la progettazione degli eventi, di norma ne organizziamo un paio a settimana. Noi, la parte dell’officina, veniamo come vi ho detto direttamente dal mondo delle bici. I gestori del bar, invece, sono dei baristi da anni e degli organizzatori da anni di iniziative culturali e concerti. Abbiamo iniziato la collaborazione proprio perché sono persone che vedono il bar come possibile spazio di condivisione di esperienze e idee.
Penso che l’ispirazione per la stragrande maggioranza delle attività italiane come la nostra, o come “Upcycle” a Milano, venga da un locale di Londra, il “Look Mom No Hands”. A differenza loro, noi nasciamo prima come negozio, e abbiamo poi aperto l’attività del bar. Loro invece sono nati come bar che ha un piccolo spazio per l’officina. Non ci sono tante attività che come la nostra hanno sia un’officina che un bar a tutti gli effetti. Noi conosciamo bene le persone che gestiscono “Upcycle”, uno di loro è tra l’altro fondatore di un’azienda di corrieri in bici di Milano, UBM. I contatti che utilizziamo per organizzare eventi sono poi gli stessi, pur non avendo organizzato ufficialmente niente insieme. Per la parte di officina, c’è uno stretto legame con la stazione delle biciclette di San Donato.
Noi promuoviamo diverse attività. Ad esempio, quasi tutti i giovedì sera si parla di bici. Ospitiamo ciclisti, si fanno delle presentazioni di libri, si discute di viaggi. Alla nostra utenza piacciono tanto le serate di cicloviaggio. Per ospitare queste attività, il locale è stato progettato da alcuni nostri amici architetti, che hanno saputo accogliere molto bene la nostra richiesta di avere uno spazio modulare, in grado cioè di modificarsi a seconda delle esigenze nostre e delle persone che intervengono nei nostri eventi. Arriviamo anche ad ospitare 70/80 persone. Quando facciamo delle proiezioni qui diventa una piccola sala cinematografica.
Le sedie sono di riuso, i tavoli le abbiamo fatti fare. Parte del materiale viene da un’Associazione di cui facevamo parte. Poi ci sono le donazioni di maglie e cimeli sportivi, che ci aiutano ad arredare lo spazio con pezzi unici.
Per gli eventi esterni al nostro spazio invece facciamo riferimento alle iniziative che vengono proposte dalla FIAB e dalla Popolare Ciclistica, che è una società sportiva affiliata a UISP. Sono loro che organizzano eventi sul nostro territorio, spesso appoggiandosi anche al nostro spazio. Ad esempio, davamo supporto per dei corsi di manutenzione della bici nella ciclofficina popolare che la FIAB aveva a Ponteranica fino all’anno scorso. Non è da dimenticare il fatto che con il lavoro che compiamo in officina siamo riusciti a creare una clientela che trova nella nostra attività un servizio che difficilmente viene proposto da altri negozi. La riparazione è un mezzo che ci consente anche di offrire tanto lavoro.
La fase della scelta degli eventi è molto semplice e spontanea: condividiamo gli spunti che ci vengono, in ordine sparso e in modo quasi giocoso, e capiamo poi tutti insieme come concretizzarli in eventi e come incastrarli nel nostro calendario. Quindi ognuno, per opportunità o interesse personale o per inclinazione, propone liberamente.
Spaziamo davvero tanto nelle tematiche che proponiamo, tant’è vero che la bici spesse volte ci dà l’opportunità di toccare argomenti trasversali, esplorando territori sia fisici che immaginari. Uno dei prossimi incontri che proporremo parlerà del percorso di un cicloviaggiatore che ha iniziato ad utilizzare la bici dopo che gli è stato diagnosticato il Parkinson. Un altro incontro sarà incentrato sul libro della prima iridata mondiale di ciclismo italiana, Morena Tartagni, tra le prime atlete a fare coming out.
I temi quindi variano molto e ci sforziamo di proporre sempre serate diverse, dalle più divertenti a quelle più profonde. Cerchiamo anche di discutere di temi istituzionali, e qui mi viene in mente un incontro che verteva sulla ciclabile completata da poco tra Bergamo e Brescia, capitali della cultura 2023, in cui sono intervenuti i progettisti e l’Assessore alla Mobilità.
A volte, ovviamente, la bici la fa da padrona, e trattiamo quindi di cicloviaggio ma anche del suo lato sportivo.
Il percorso dei ragazzi dell’officina è sicuramente l’elemento trainante nella costruzione di una comunità che ruota attorno al mondo della bici, dato che sono più di 15 anni che operano sul territorio e che la loro evoluzione è coincisa con
quella di BikeFellas e del suo rapporto con la comunità.
Io e Francesco, il mio socio, abbiamo aperto la nostra attività qui perché il posto ci piaceva per la filosofia che ha dietro e abbiamo scorto subito la grande versatilità che la bici offre nella proposta di iniziative. Ci sembrava quindi il terreno perfetto su cui costruire la nostra avventura nella ristorazione. A noi piace molto sperimentare e cambiare le cose, come negli così nella proposta di prodotti: oltre a offrirne sempre di sempre diversi, cerchiamo di privilegiare i piccoli produttori della zona.
Per gli eventi sono molto importanti i rapporti che abbiamo con varie realtà di Bergamo (e non solo). Così, da noi trovano casa la Popolare Ciclistica, la FIAB e c’è poi Orlando, un festival filmico sull’inclusività e sul genere che ad esempio organizza la giornata di tesseramento qui da noi.
La progettazione viene un po’ difficile in anni pieni di incognite come quelli che stiamo vivendo ultimamente. Il bar ha cambiato gestione nel 2021 a causa del COVID. Come avete sentito, la nuova proprietà ha molta voglia di fare e le idee non mancano. Una delle cose che ci piacerebbe fare è quella di ospitare il Bycicle Adventure Meeting, un festival di cicloviaggiatori che viene organizzato a Mantova ma che vuole essere itinerante. Mi piace anche sottolineare che le Associazioni con cui collaboriamo hanno trovato qui un motivo ulteriore per proporre cose nuove.
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